Il naming delle iniziative per i diritti delle donne

Scegliere un nome efficace è un passaggio cruciale per qualsiasi progetto. Lo è ancora di più quando si tratta di un'iniziativa impegnata nella difesa dei diritti delle donne: il nome deve trasmettere la missione della causa, distinguersi e rimanere impresso. Un compito complesso? Non necessariamente. Fortunatamente, le organizzazioni impegnate hanno la libertà di giocare con parole ed espressioni per rendere il proprio nome evocativo e riconoscibile. In Italia, molte realtà si sono distinte proprio grazie a una scelta di naming efficace, capace di attrarre attenzione e comunicare i valori dell'iniziativa. Alcune hanno optato per nomi creativi e d'impatto, altre per denominazioni più istituzionali. Analizziamo le strategie adottate e quali insegnamenti possiamo trarne per chiunque voglia dare vita a un nuovo progetto per i diritti delle donne.
L’evoluzione delle iniziative per i diritti delle donne in Italia
Parallelamente alla lotta per i diritti delle donne – la cui giornata internazionale si celebra l'8 marzo – sono nate sempre più organizzazioni per sostenere il movimento. Associazioni, movimenti politici o gruppi: la diversità delle forme organizzative è ampia e contribuisce a strutturare la lotta. Questa varietà è cresciuta con il tempo, man mano che il tema si è esteso a sfere più profonde della società, come l'istruzione o il mondo del lavoro. Anche il naming si è diversificato, rafforzando un'ondata di originalità, necessaria per superare l'affollamento dei registri giuridici. Tuttavia, un vantaggio delle organizzazioni no-profit e impegnate è che l’originalità può spingersi oltre i limiti imposti alle aziende tradizionali. Giochi di parole, figure retoriche, espressioni colloquiali: il campo delle possibilità è vasto. È addirittura diventato un requisito per distinguersi. Tuttavia, alcune organizzazioni preferiscono mantenere un tono più sobrio. Analizzeremo quindi le diverse scelte e i relativi impatti.

Naming creativi e d’impatto
Molte iniziative italiane hanno scelto nomi evocativi e “catchy”, capaci di attirare l'attenzione e trasmettere un forte senso di appartenenza. Nonunadimeno, con il suo slogan potente, è ormai un simbolo del movimento femminista in Italia. Anche Rompi il silenzio utilizza un nome d'impatto per sensibilizzare sul tema della violenza di genere. La Carica delle 101 richiama un'immagine di forza collettiva, mentre Rete Lilith si ispira a una figura mitologica potente e ribelle. Questi nomi non sono solo facilmente memorizzabili, ma evocano immediatamente l’impegno sociale e politico delle rispettive iniziative.
Nomi dal respiro internazionale
Alcune organizzazioni italiane hanno optato per un naming che possa essere compreso anche fuori dai confini nazionali, facilitando la comunicazione con una rete globale. HerStory gioca con le parole "history" e "her", sottolineando la necessità di riscrivere la narrazione storica in una prospettiva di genere. Female Founders, Power&Gender e Women X Impact parlano direttamente a un pubblico internazionale, trasmettendo un messaggio chiaro sull’empowerment femminile nel mondo dell’impresa e della leadership. Un altro esempio è foundHER, che con un semplice gioco di parole racchiude il concetto di imprenditoria femminile e autodeterminazione.

Naming simbolici e personali
Un'altra strategia efficace è quella di scegliere nomi che evocano esperienze personali o concetti simbolici. Il Seno di Poi e Senonaltro affrontano con ironia e sensibilità il tema della salute e della prevenzione, creando un legame immediato con chi legge. Casa delle Donne comunica un senso di accoglienza e solidarietà, rendendosi immediatamente riconoscibile come spazio sicuro per le donne. Anche Semia, con il suo riferimento alla semina, suggerisce l'idea di crescita e trasformazione. Pangea richiama invece l’idea di unione e connessione tra le donne a livello globale, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale.
Scelte istituzionali e descrittive per i diritti delle donne
Alcune organizzazioni preferiscono nomi più istituzionali e descrittivi per garantire chiarezza e autorevolezza nel lungo termine. AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) ha scelto un acronimo che riflette la sua missione nel campo della cooperazione internazionale. Un altro esempio è la Women Initiative Foundation (WIF), che si occupa di mentoring a livello internazionale. Gli acronimi sono particolarmente efficaci perché facili da ricordare e offrendo una descrizione chiara. Questa è una scelta strategica per le organizzazioni con una missione globale, che non possono giocare troppo con le parole o attingere a riferimenti culturali specifici per evitare di risultare poco comprensibili in altri paesi. Inoltre, un acronimo dona un’immagine istituzionale forte, rafforzando la percezione di autorevolezza dell’organizzazione.
Ora tocca a voi!
Che il vostro sia un piccolo o grande progetto per i diritti delle donne, la scelta del nome è cruciale. Le iniziative in questo ambito tendono a optare per un nome evocativo e d’impatto, talvolta anche fuori dagli schemi. Questo sembra essere un tratto distintivo della causa, anche se talvolta si preferiscono scelte più classiche. Tutto dipende dal pubblico a cui vi rivolgete (privati o istituzioni, per esempio) e dal vostro contesto operativo (nazionale o internazionale). Tuttavia, il miglior consiglio per il naming che possiamo darvi è di scegliere un nome che vi rappresenti e incarni il vostro progetto. Non c’è niente di più gratificante che trovare il nome perfetto per la vostra idea. La scelta del nome è un passo fondamentale che segnerà un grande progresso nel lancio del vostro progetto. Quindi, siate originali, creativi e mantenete ciò che vi distingue! Il vostro impegno sarà ancora più riconoscibile e d’impatto!
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