Fuorisalone 2025: i “mondi connessi” passano (anche) dal naming

Il Fuorisalone 2025 ha trasformato Milano in un organismo vivo, pulsante, interconnesso. Sotto il tema Mondi Connessi, la città non ha solo accolto installazioni e oggetti di design: ha visto emergere – e talvolta rinascere – interi luoghi, quartieri, identità urbane. Ognuno con un nome creativo, capace di dare forma a visioni, evocare narrazioni e generare appartenenze. Mai come quest’anno, il brand naming si è rivelato un elemento centrale, silenzioso ma potentissimo.

Dietro ogni nome, c'è uno studio del naming che intreccia cultura, strategia e immaginario. Il risultato? Una brand identity capace di parlare al pubblico, raccontare valori e connettere mondi.

Fuorisalone e nuovi quartieri del design: quando un nome crea un mondo

I progetti più memorabili del Fuorisalone 2025 non sono stati singoli eventi, ma veri e propri ecosistemi urbani. Microcosmi nati da un’idea e rafforzati da un brand name capace di contenerla e raccontarla.

- Dropcity
Nei tunnel ferroviari sotto la Stazione Centrale prende vita un laboratorio di architettura e innovazione. Il nome “Dropcity” è sintetico e visionario: evoca un luogo “fuori norma”, una città alternativa dove lo spazio urbano si riscrive. Un nome creativo che richiama Drop City, comunità artistica degli anni ’60, e che trasforma un'area dimenticata in un polo d’avanguardia.

- BasicVillage
In zona Isola, una ex fabbrica si trasforma in uno spazio espositivo: nasce BasicVillage. Il naming gioca con la dualità “basic” e “village”, restituendo l’idea di una vita urbana più umana e condivisa. Un esempio di brand strategy che fa del nome un manifesto di semplicità e comunità.

- DDD – Durini Design District
Da una semplice via nasce un intero distretto. L’acronimo DDD unisce eleganza e immediatezza: è indirizzo, dichiarazione, firma. Un brand name che si fa toponimo, ma anche segno grafico e simbolico.

- IN/BOVISA
Il quartiere Bovisa si rilegge attraverso il progetto IN/BOVISA. Il nome è una chiamata all’azione: entrare, partecipare, sentirsi parte di una comunità creativa. Qui, il naming è uno strumento di attivazione territoriale.

- 5VIE ART+DESIGN
Un esempio di brand naming evolutivo. Il nome 5VIE custodisce la memoria urbana dell’incrocio storico da cui nasce, ma si apre al contemporaneo con una chiara brand identity culturale. Un nome stratificato, che trasforma la geografia reale in una mappa simbolica di percorsi e visioni.

In tutti questi casi, il nome non è un’etichetta: è parte integrante della brand strategy. Un dispositivo narrativo che guida la percezione, costruisce senso e orienta l’immaginario.

I brand raccontano chi sono. E a volte ci siamo anche noi.

Accanto ai luoghi, anche i brand hanno parlato il linguaggio dei nomi. Alcuni li abbiamo accompagnati noi, con il nostro studio del naming, affiancando i team nella creazione o validazione del brand name. Portando sensibilità, metodo e visione strategica.

Artisia
Sembra il nome di un materiale raro, o di una musa. Nasce dalla fusione tra arte e tecnologia. Concepito insieme a Nomen, Artisia by Barilla è il brand name della pasta stampata in 3D, presentata in via Cesare Correnti 14 con la mostra Prendete & Mangiate. Un esempio di brand naming dove innovazione, bellezza e cultura si fondono in un’identità unica.

Tablì
Un nome breve, sonoro, quotidiano. Profuma di Mediterraneo e riti domestici. Con Tablì, Lavazza reinventa il concetto di “caffè in tab”, affidandosi a un nome creativo semplice ma evocativo. Abbiamo supportato il progetto nella verifica linguistica e culturale nei mercati target, garantendo coerenza e riconoscibilità. Il risultato? Una brand identity calda e accessibile, svelata al Palazzo del Senato con l’installazione Source of Pleasure.

Il design invisibile dei nomi

Nel design, anche ciò che non si vede progetta. E un nome ben costruito può trasformare un oggetto in desiderio, un luogo in destinazione, un’idea in comunità. Al Fuorisalone 2025, il brand naming è stato uno degli strumenti più potenti di connessione: un design invisibile, ma strategico.

I nomi sono architetture leggere, ma fondamentali. Ponti tra mondi, tra persone, tra esperienze. E anche quest’anno, Milano ci ha ricordato che ogni nome creativo è il primo passo verso un’identità solida, desiderabile, condivisa.

Perché il naming non è solo una questione di parole: è brand identity, è visione, è futuro.

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